Nel cuore dell’agire umano risiedono due forze complementari: la visione e la strategia. Questi due concetti, spesso esplorati nelle discipline manageriali, hanno radici profonde nella filosofia, che ne indaga le implicazioni etiche, esistenziali e sociali.
VISIONE
La visione è il principio guida, l’idea trascendente che orienta il nostro agire. Nella filosofia, la visione può essere paragonata all’Idea platonica, una forma perfetta che esiste al di là del mondo materiale, un obiettivo che, pur non essendo mai pienamente realizzabile, motiva e guida l’azione umana. È il "telos" aristotelico, il fine ultimo verso cui tutte le nostre azioni tendono. La visione, in questo senso, non è solo una mera immagine di un futuro desiderato, ma un principio etico che conferisce significato e direzione alla nostra esistenza.
La visione è ciò che permette all’individuo o all’organizzazione di vedere oltre il contingente, di trascendere il presente per immaginare un futuro diverso, migliore. È l’idea che spinge l’umanità a progredire, a innovare, a sfidare lo status quo. Tuttavia, senza una strategia, la visione rimane solo un sogno irraggiungibile, una chimera affascinante ma inefficace.
STRATEGIA
La strategia, d’altra parte, è l’arte dell’azione consapevole, il ponte che collega la visione alla realtà. Se la visione è il "perché", la strategia è il "come". La filosofia della strategia affonda le sue radici nella tradizione greca e cinese. Sun Tzu, nel suo celebre "L’Arte della Guerra", ci insegna che la strategia non è solo pianificazione, ma anche adattamento e comprensione del contesto. Aristotele, nel suo "Etica Nicomachea", ci parla della "phronesis", la saggezza pratica che ci guida nelle decisioni quotidiane.
La strategia è il processo attraverso il quale trasformiamo la visione in realtà. È un esercizio di razionalità e creatività, un’attività che richiede non solo la capacità di prevedere il futuro, ma anche la flessibilità per adattarsi alle circostanze mutevoli. La strategia è il mezzo attraverso cui un’organizzazione o un individuo può navigare attraverso le complessità del mondo, mantenendo il focus sull’obiettivo finale.
IL DIALOGO
Visione e strategia non sono entità separate; esistono in un dialogo costante. La visione senza strategia è vuota idealizzazione, mentre la strategia senza visione è mero opportunismo. Nel pensiero di Edgar Morin, la complessità della realtà richiede un approccio che sappia integrare il pensiero sistemico e quello strategico, in un’unità dinamica e creativa.
In questo dialogo, la filosofia ci invita a considerare non solo i mezzi, ma anche i fini. Quando formuliamo una strategia, dobbiamo chiederci: è coerente con la nostra visione? Questa visione rispetta i principi etici e umani? Heidegger ci ricorda che l’essere umano è un essere gettato nel mondo, costretto a fare i conti con la propria finitudine e con l’angoscia dell’esistenza. La strategia, allora, diventa anche un modo per confrontarsi con questa condizione, per dare forma e significato al caos dell’esistenza.
KF
La visione e la strategia sono due facce della stessa medaglia. Insieme, esse formano la base di un agire consapevole e orientato al futuro. La filosofia, con la sua capacità di interrogarsi sui significati profondi e sulle conseguenze delle nostre azioni, ci offre strumenti preziosi per comprendere e rafforzare questo legame. In un mondo sempre più complesso e incerto, il dialogo tra visione e strategia è essenziale per navigare le sfide e per costruire un futuro che non sia solo desiderabile, ma anche realizzabile.
Valter Casini | KF CdF
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Nella filosofia della scienza il termine ‘paradigma’ è stato introdotto da Thomas S. Kuhn: «Per ‘paradigma’ s’intende uno o più risultati raggiunti dalla scienza del passato, ai quali una particolare comunità scientifica, per un certo periodo di tempo, riconosce la capacità di costruire il fondamento della sua prassi ulteriore.» Con due caratteristiche, i risultati che presentano sono sufficientemente nuovi per attrarre uno stabile gruppo di seguaci, e nello stesso tempo, sufficientemente aperti da poter essere utilizzati per risolvere problemi.
V’è complessità quando sono inseparabili le differenti componenti che costituiscono un tutto […] e quando v’è un tessuto interdipendente, interattivo e interretroattivo fra le parti e il tutto e fra il tutto e le parti.
Edgar Morin
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